Un'irrinunciabile sciocchezza
… e fu così che s’incontrarono in un giorno di marzo, proprio quando questi volgeva verso la sua fine.
Lui era lì ad attenderla, in apparenza seduto comodamente ad un bar, in attesa che arrivasse il caffè che aveva ordinato e che lo avrebbe reso ancor più nervoso in quella giornata ventosa.
Lei era in ritardo, e questo non faceva che aumentare ulteriormente le aspettative del ragazzo, e lo rendeva ancor più trepidante di quanto non fosse stato prima.
Pur non essendolo solitamente, in questo momento era diventato una delle persone più ansiose che egli conoscesse. La sola possibilità che lei potesse piacergli lo aveva portato a pensare, sognare ed immaginare i sentimenti che avrebbe provato. Sentimenti che da tempo avevano deciso di restare in disparte.
Ed una volta conclusi questi pensieri, tornava a riviverli nuovamente non riuscendo ad arrestare il nubifragio delle proprie emozioni.
Non riusciva a credere che davvero stesse tornando a provare quel desiderio, quella voglia, quella sete di affetto che credeva di aver messo da parte.
D’un tratto la vide. Era lì di fronte a lui, con un’aria un po’ spaesata, evidentemente combattuta interiormente per aver accettato l’incontro. Non che le dispiacesse, ma era palesementedubbiosa per il risultato che questo incontro potrebbe avrebbe avuto.
Eppure non si era arresa, anzi, era riuscita a tenere in scacco le proprie paure mettendole in condizioni d’inferiorità e le aveva costrette alla resa. E così come le sue paure, una sua ciocca di capelli si era arresa nei confronti del vento che improvvisamente soffiò più forte, tanto da travolgere i tavoli accanto, proiettando a terra gli oggetti poggiati. Nella scena quasi apocalittica, sembrava che tutte le emozioni che Jack provasse in quel momento si fossero improvvisamente materializzate nel mondo reale, sconfinando dalla sua mente oltre i limiti imposti dalla fisica e dal rigore dell’universo.
Il concetto di tempo sembra non esistere più, e così i momenti che seguono sembra non siano mai accaduti, e continuano ad esistere solo nei ricordi di Ria e Jack.
Improvvisamente egli si rende conto di esser seduto poco lontano da Ria su di un letto. Entrambi sembrano correre come antilopi verso quello che realizzeranno essere il punto di non ritorno.
Improvvisamente lei cinge con le sue dita quelle di Jack; lui, temendo quel che potrebbe accadere, finge di non capire: dopo poco decide di liberarsi e si sposta.
Il destino è salvo. Nulla di pericoloso è successo, e non c’è più nulla da temere.
Dopo pochi istanti Ria sfiora nuovamente la sua mano, circondandola con le sue dita, e lui con fare scherzoso la spinge sul letto per farla stendere, e si poggia delicatamente accanto a lei.
Passano interminabili attimi in cui si osservano, e cominciano pericolosamente ad avvicinarsi. Il problema di quando sei così vicino a qualcuno è che tendi a chiudere gli occhi.
E chiudendo gli occhi mentre non sai esattamente quali emozioni stai provando, è facile abbandonare la realtà e rifugiarsi nel mondo della fantasia. È facile trovarti ad essere lì a tu per tu con il tuo inconscio. Ed il tuo inconscio è esattamente lo stesso che fino ad un attimo fa non eri in grado di arrestare e che inondava la tua mente di immagini di quel che sarebbe potuto accadere e continuava a causare in te un’inconciliabile guerra tra logica ed emozioni.
È esattamente questo il modo migliore per compiere sciocchezze. Per commettere cose che ti eri promesso di non fare perchè, in fin dei conti, temevi non fossero opportune.
Ed è esattamente così che loro si abbracciarono, sentendosi per la prima volta uniti, e che una sciocchezza divenne realtà.
La realtà ormai irrinunciabile.
La certezza che lei gli piacesse lo aveva portato a pensare, provare e percepire i sentimenti che stava provando. Sentimenti che per lungo tempo avevano deciso di restare in disparte.
Ed una volta conclusi questi pensieri, prima come ora, continuava a riviverli nuovamente non riuscendo ad arrestare il nubifragio delle proprie emozioni.
Non riusciva a credere che davvero stesse tornando a provare quel desiderio, quella voglia, quella sete di affetto che credeva di aver messo da parte.
Prestando attenzione, ancora ora si può sentire il vento che tempesta gli alberi e ne fa agitare le foglie, come in una scena quasi apocalittica in cui le tutte le emozioni che Jack prova in questo momento sembrerebbe si siano improvvisamente materializzate nel mondo reale, sconfinando dalla sua mente oltre i limiti imposti dalla fisica e dal rigore dell’universo.